Fermare le lancette attraverso la letteratura

Sfogliando un qualsiasi vocabolario, alla voce “tempo”, è possibile trovare moltissime accezioni del termine, che ricordano la ricchezza della lingua italiana; se a ognuno di questi significati oggettivi una serie di scrittori aggiungesse poi la propria personale visione del concetto di tempo, ne deriverebbe una raccolta come quella curata da Alessandra Urbani per Marcos y Marcos.

Chi ha tempo. Storie di giorni che corrono è un’antologia, un coro a più voci formato da chi, nelle sue opere, ha saputo dilatare il tempo e dargli un senso nuovo.

Ed ecco che grandi autori italiani come Lodoli, Ervas e Scarpa si trovano a raccontare le loro “Esistenze”.

Marco Lodoli, nelle due pagine vorticose che costituiscono Caccia al tesoro, cerca di rappresentare un’intera vita nell’arco di tempo utile a partecipare a un gioco da bambini.

In Una faccenda d’identità, Fulvio Ervas sceglie invece di affidare il compito a un’effimera:

«Ho provato un attimo di dolore. Un attimo solo. Perché non ho tempo. Sono un’effimera.
Potrei vivere un giorno. Se mi andasse bene, qualche giorno. Se mi andasse all’imperiale, una settimana. Sarebbe meraviglioso saperlo prima. Ma è impossibile. Per cui la strategia vincente, che poi è l’unica, è vivere tarando l’esistenza su un tempo minimo. Si devono fare delle scelte. Molte scelte.»

In una vita così limitata nel tempo, le possibilità di scelta non possono che ridursi ai fondamenti dell’esistere: non ha senso accingersi alla lettura dell’Ulisse di Joyce, né prenotare un concerto previsto per la settimana successiva, con il rischio di non poter partecipare.
È necessario stilare una lista delle cose da fare; ma se in un’esistenza lunga e articolata si può trovare persino il tempo di annoiarsi, in una vita destinata a spegnersi precocemente la priorità deve essere la ricerca della propria identità.

Tiziano Scarpa, nel racconto Nel condominio, racconta le stranezze di un vicino di casa che non vive più il presente nell’ansia di creare ricordi per il futuro. L’archiviazione di ogni momento dell’esistenza si traduce nella paradossale nostalgia dell’istante che è appena passato: nell’aria ristagna odore di tempo morto.

Tommaso Pincio e Lorenzo Pavolini sono gli autori dei due racconti della sezione “Amori”, che ruotano intorno ai tempi delle relazioni amorose.

In Un amore non eterno, Pincio immagina la situazione di due amanti che impongono una data di scadenza al proprio rapporto per conservare la genuinità e la freschezza che deve essere propria di ogni amore, senza farlo trasformare in noia e abitudine.

In “Passato presente futuro”, Marco Baliani, Ivan Cotroneo e Paolo Di Paolo cercano di rappresentare un solo istante, un’epifania in grado di dare una svolta all’intera esistenza.

La situazione figurata da Cotroneo – nel racconto Tondo – è molto intima: una donna, al compleanno che la vede raggiungere una soglia d’età tonda, si trova a dover fare i conti con le infinite possibilità di vita di cui non ha potuto godere a causa delle proprie decisioni.

«O forse invece era vero quello che da ragazza le aveva detto uno psicoterapeuta, frequentato e poi abbandonato come tante cose della sua vita, che facciamo solo le cose che riusciamo a fare. Che il rimorso non ha senso, perché non era davvero una possibilità.»

Si tratta di un’accettazione passiva che nasce non da una cieca fiducia nel destino, ma dalla constatazione che ogni vita è soltanto l’esito di un andamento combinatorio della realtà.

Andrea Bajani e Michele Mari hanno optato invece per la poesia, in una scelta che si rivela particolarmente felice in quanto il tempo è già insito nella struttura letteraria basata sul ritmo e sulla musicalità della parola.

Nel suo poemetto in versi, intitolato Carità dovuta, Bajani propone l’immagine di un treno affollato in cui stivare bagagli di tempo, che siano però puri, nuovi, non versati; gli impostori, che tentano di salire a bordo con tempi già usati o rubati ad altri, sono subito riconosciuti e allontanati dalla carrozza. Come a dire che la persona che non ha più tempo ha ormai perso ogni valore.

Dacia Maraini racconta, in una sorta di lezione, i “Tempi di parole”, cioè il ritmo letterario, la necessità che la parola scritta ha di prendere spazio e tempo sul foglio di carta, con la predilezione per l’imperfetto, il tempo narrativo per eccellenza.

Chiude la raccolta un sillabario delle parole legate al tempo a cura dei linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota.

Chi ha tempo è una tavolata attorno alla quale le diverse personalità di tredici autori si mescolano per raccontare come percepiscono il tempo, come tentano di risparmiarlo o ritrovarlo, come provano a governarlo, cedendo, gratuitamente, parte del proprio tempo.

Nessuno degli scrittori aderenti all’iniziativa ha infatti ricevuto un compenso e, per ogni copia cartacea venduta, una parte del prezzo di copertina sarà devoluta ad Emergency.


autori-vari-chi-ha-tempoChi ha tempo. Storie di giorni che corrono
di Autori vari

Cartaceo: brossura, 192 pagg., 13.00€
Ebook: –
Casa editrice: Marcos y Marcos
Collana: MARCOSultra
Luogo e anno di pubblicazione: Milano 2016
ISBN: 9788871687568