Una musica da camera nella Milano degli anni di piombo

Milano, 1981.
Si tratta di un’epoca di passaggio, delicata e dolorosa per chi la vive.

L’assassinio di un politico democristiano apparentemente innocente riapre una piaga sociale: quella del terrorismo e della presunta giustizia personale che va a contrapporsi a quella dello Stato.
Inevitabili le conseguenze: l’indignazione, la rabbia, la sete di vendetta. E le lacrime.

«Perché alla fine tutto si riduceva alla solita, banalissima domanda: come spieghi a un bambino la morte del suo papà? A cosa servono le ragioni o le cause di fronte a una perdita simile? Stiamo crescendo figli pieni di rancore, si disse. Stiamo crescendo orfani che avranno bisogno di nuovi padri, e io non posso fare nulla.»

Morte di un uomo felice (Sellerio 2014) di Giorgio Fontana è un romanzo strutturato su una convergenza parallela tra la vita di Giacomo Colnaghi e quella di suo padre Ernesto, un partigiano mai conosciuto se non indirettamente, nel biennio tra il 1943 e il 1944.
Si può in qualche modo considerare una costola del precedente Per legge superiore, anche se l’ordine cronologico è contrario; Giacomo Colnaghi era solo un personaggio secondario nel primo romanzo, un amico del protagonista Roberto Doni: un magistrato con un forte senso del dovere, il cui potenziale era rimasto tuttavia inespresso e necessitava di un maggiore approfondimento.

Nell’idea iniziale, questo romanzo sulla filosofia del diritto sarebbe dovuto essere ambientato in un paese a sud della Francia e il protagonista sarebbe dovuto essere un impiegato delle poste: dopo tre anni di scrittura e almeno dodici revisioni del testo, si è giunti alla forma finale di una lingua cesellata, caratterizzata da uno stile chiaro e pulito, onesto, libero da ricercatezze lessicali poco funzionali.

Questo romanzo tratta fondamentalmente della relazione tra un padre e un figlio: è una storia individuale, “da camera”. Giacomo è il violoncello e suo padre Ernesto è il pianoforte: essi si rincorrono continuamente, mentre tutto il resto avviene fuori da questo contesto, influisce su di loro ma non arriva mai ad intaccare questo rapporto così privato. Le loro voci si fondono e si confondono, fino a incontrarsi in un destino comune.

Il Giacomo sociale è un magistrato cattolico che si batte nella lotta di sinistra: il suo ideatore, Giorgio Fontana, si dichiara ateo, ma il tema della religione è molto importante nel momento in cui ci si trova a dover risolvere il conflitto tra la giustizia umana e la giustizia divina. È un uomo simpatico, dalla battuta sempre pronta: è un uomo tutto sommato felice. Vive il suo impegno civico in modo quasi corporale, tanto da interessarsi non solo della risoluzione del caso assegnatogli, ma soprattutto delle ragioni che lo hanno determinato, perché la sola cattura del colpevole non risolverebbe il problema alla radice, ma genererebbe soltanto una continua serie di vendette personali. E allora ecco che quando viene fermato Meraviglia, il giovanissimo brigatista a capo del clan responsabile dell’omicidio, egli sente la necessità di scoprire come la vita di un ragazzo con un passato così simile al suo – di umili origini, che aveva trascorso la sua infanzia in oratorio – possa avere avuto un esito così drammatico.

«Le parole senza fatti non contano nulla. Io mi sono assunto la responsabilità di quello in cui credo. Mi sono sacrificato per la causa. E non ho rimpianti». Lo fissò negli occhi: Colnaghi attese una reazione feroce, e invece non arrivò nulla. La voce di Meraviglia era sempre calma e pacata. «Questa per me è giustizia. Lei è un magistrato, no? Dovrebbe credere nella giustizia».
«È la cosa più importante della mia vita».
«Ecco. Lei ha la sua giustizia dettata dallo Stato dei padroni, io ho la mia dettata dagli oppressi. Qual è la migliore?».

Giacomo è anche marito e padre di due figli, ma è molto più figlio di quanto sia padre.
La sua deontologia ineccepibile lo porta a sacrificare la sfera sentimentale e familiare, ricommettendo gli stessi errori compiuti da suo padre. Sembra quasi che si debba necessariamente scegliere tra la possibilità di essere il massimo per se stessi e quella di non trascurare gli affetti.

Sullo sfondo, una Milano fatta di spazi urbani che celano la bellezza, non la urlano: la vicenda si svolge soprattutto nella zona periferica, che si riferisce ai modelli di Testori, Buzzati e Scerbanenco e non a quella più conosciuta dei romanzi gialli e noir.
Il finale, già scritto nel titolo, fa riflettere su come la storia si ripeta sempre, ciclicamente, e che la lotta personale non sia altro che il rinvio di una soluzione a una giustizia universale.


giorgio-fontana-morte-di-un-uomo-feliceMorte di un uomo felice
di Giorgio Fontana

Cartaceo: brossura con alette, 280 pagg., 14.00€
Ebook: 9.99€
Casa editrice: Sellerio editore Palermo
Collana: La memoria
Luogo e anno di pubblicazione: Palermo 2014
ISBN: 9788838931727